CONVINZIONI
Le convinzioni sono le lenti con cui guardiamo la realtà.
Da quando veniamo al mondo iniziamo ad assorbire tutta una serie di convinzioni che non ci appartengono e che condizionano la percezione di noi stessi e della vita. Una volta raggiunta l’età adulta ragioniamo e agiamo guidati da pensieri che crediamo nostri, ma che perlopiù non lo sono. Molte delle convinzioni che abbiano sono figlie della cultura a cui apparteniamo, dell’epoca storica o della religione di riferimento, altre si formano in seno alla famiglia, portandoci ad assorbire il pensiero dei nostri genitori ed educatori già nei primissimi anni di vita.
Quando arriviamo all’età scolare ci ritroviamo con un pesante carico di convinzioni che non ci appartiene. Crediamo di avere il nostro pensiero sul mondo e che questo pensiero sia oggettivo: non ci rendiamo conto che non è né nostro, né oggettivo.
Le convinzioni possono essere consce o inconsce: in alcuni casi cioè siamo consapevoli di ciò che crediamo, mentre in altri –la maggior parte delle volte- non lo siamo affatto. E questo è un problema serio, perché le convinzioni inconsce, quando limitanti, sono le principali responsabili dei nostri autosabotaggi e, in generale, della nostra infelicità. Per questo è così importante rintracciarle e trasformarle.
CHI SEI TU VERAMENTE?
Come mi vedo, come mi percepisco, cosa credo di me? Ci facciamo un’idea di come siamo sulla base delle convinzioni altrui. Fin dai primi anni di vita ci viene detto quali sono le nostre qualità e quali i nostri difetti, vengono incoraggiati alcuni comportamenti considerati adeguati e inibiti altri giudicati impropri, ci viene insegnato come dobbiamo e non dobbiamo essere.
Impariamo così a conoscerci attraverso gli occhi degli altri, credendo che le loro opinioni siano oggettive. A forza di sentirci dire che cosa siamo e che cosa non siamo, finiamo col crederlo. I giudizi altrui diventano prima di quanto pensiamo i nostri giudizi, i limiti che gli altri hanno visto in noi diventano i nostri limiti. “Sei pigro”, “Sei distratto”, “Non sai fare niente”, diventano in men che non si dica “Sono pigro”, “Sono distratto”, “Non so fare niente”: voci ormai interiorizzate che ci fanno sentire profondamente inadeguati.
Messaggi di questo tipo ne abbiamo ricevuti tutti, e i nostri educatori, a loro volta, hanno ricevuto i loro. Generazioni e generazioni di limiti e catene vengono trasferiti con naturalezza e in totale buona fede. Ma i limiti che altri hanno visto in noi spesso sono i loro stessi limiti: le loro convinzioni riguardo alle nostre capacità. Così come i limiti che noi vediamo negli altri sono spesso i nostri. Non dimentichiamolo.
TU NON SEI IL TUO PASSATO
Se crediamo di non avere più le convinzioni che avevamo da bambini siamo in errore, poiché la maggior parte di esse è ancora presente, anche se oggi sappiamo perfettamente che le cose stanno diversamente da come credevamo allora. Ma se è vero che siamo stati condizionati fin da quando eravamo in fasce, è anche vero che, come hanno dimostrato le neuroscienze, abbiamo il potere di ‘ricondizionarci’. E possiamo farlo questa volta in modo consapevole e costruttivo.
Non importa quanti anni passino, né importa se oggettivamente ciò che crediamo sia vero o no, l’imprinting iniziale resta tale tutta la vita, a meno che ci si lavori per superarlo. Anche se ora siamo adulti, ci stupiremmo nel constatare quante credenze infantili sono ancora attive dentro di noi e condizionano il nostro modo di vivere attuale.
Le convinzioni che formiamo in età precoce vengono spesso rimosse e dimenticate dalla mente conscia, ma non dalla mente inconscia nella quale sono depositate. E sono proprio le convinzioni limitanti inconsce a crearci la maggior parte dei problemi che abbiamo.
CIÒ CHE CREDI È ANCHE CIÒ CHE ATTIRI
Le convinzioni si comportano come potenti magneti e attirano esperienze che confermano i contenuti di cui sono portatrici: le convinzioni limitanti attraggono esperienze indesiderabili, precludendoci la possibilità di liberare il nostro potenziale.
Se in un dato campo della nostra esistenza stiamo vivendo esperienze negative è bene che ci chiediamo che tipo di pensieri stiamo formulando a proposito di quel campo specifico e che tipo di magnete siamo. Possiamo modificare le esperienze sgradevoli modificando le nostre credenze profonde.
Abbiamo credenze su tutto: su noi stessi, sugli altri, sulla vita, sui soldi, sul lavoro, sulle relazioni, sugli uomini, sulle donne, sul sesso, sul matrimonio, sui figli, sulla politica, su ciò che è bene e ciò che è male, su quello che è giusto e quello che è sbagliato ecc. Ogni nostro pensiero, ogni nostra parola, ogni nostro gesto, parte dalla nostra griglia di convinzioni, per lo più inconscia. Il fatto che crediamo qualcosa non significa che questo sia necessariamente vero, ma se lo crediamo diventerà comunque vero per noi.
Le convinzioni che si sono depositate in noi hanno formato la lente attraverso cui osserviamo il mondo. Quello che crediamo è quello che attiriamo ed è quello che sperimentiamo. Per questo è importante eseguire un checkup accurato delle nostre convinzioni, e cambiare al più presto quelle che ci limitano.
QUAL È IL COLORE DELLE TUE LENTI?
Ciò che penso e credo di me e del mondo diventa vero per me. Se crederò, ad esempio, di essere sgradevole mi comporterò con gli altri in questo modo e, alla fine, anche gli altri crederanno a questa mia realtà, non perché sia un fatto ineluttabile, ma perché avrò trasmesso all’esterno la mia visione interna. È come se porgessimo agli altri il tipo di occhiali con cui guardarci: se le lenti avranno il colore della svalutazione, gli altri ci svaluteranno. La domanda che dovremmo porci, dunque, è che tipo di lenti forniamo agli altri, e, prima ancora, con quali lenti guardiamo noi stessi.
Le convinzioni limitanti ci trattengono dall’esprimere il nostro potenziale e, soprattutto, ci impediscono di conoscerci: per questo è importante smascherarle e trasformarle. Dietro a quello che sappiamo di noi esiste un mondo inesplorato pieno di ricchezze insospettate.
Se è vero che non scegliamo l’ambiente e le condizioni in cui cresciamo, è anche vero che, una volta adulti e consapevoli di tutto questo, abbiamo il dovere di creare un ambiente sano che sostenga la nostra salute fisica e psichica. Scegliendo convinzioni costruttive modificheremo la nostra percezione che andrà a sua volta a influire sul nostro fisico e sulla nostra vita.
SCEGLI CONSAPEVOLMENTE COSA CREDERE
Noi non abbiamo mai scelto consciamente in cosa credere, non abbiamo mai deciso quale sistema di convinzioni adottare: ce lo siamo ritrovati e poi abbiamo agito di conseguenza. Solo quando diventiamo consapevoli di questa realtà possiamo iniziare a cambiarla.
L’inconscio è una specie di magazzino, una volta che le informazioni vengono depositate rimangono lì finché non le andiamo a rimuovere. Proprio come faremmo per una vecchia cantina disordinata, dobbiamo tirarci su le maniche e con pazienza guardare che cosa c’è e se ci serve ancora.
Scegliere consapevolmente cosa credere è un atto di potere, non un potere formale, ma un potere effettivo. Non sono gli eventi esterni che hanno il potere di farci vivere bene, ma l’interpretazione che diamo a essi. La realtà è sempre neutra, né buona, né cattiva: l’interpretazione non è mai neutra. L’interpretazione è il più grande potere che abbiamo a disposizione, e dipende unicamente dalle nostre convinzioni.
Se comprenderemo questa verità, allora davvero potremo ricreare la nostra vita in modo più costruttivo, senza più cercare di modificare gli eventi esterni bensì la nostra percezione interna. E quando cambieremo la nostra percezione interna non agiremo più nello stesso modo e non attireremo più le stesse esperienze.
LE TUE CONVINZIONI CONDIZIONANO ANCHE GLI ALTRI
In un noto esperimento, il ricercatore americano Robert Rosenthal sottopose un gruppo di bambini a un test di intelligenza, poi da quel gruppo ne estrasse a sorte alcuni e informò gli insegnanti che si trattava di bambini molto intelligenti, con un Q.I. superiore alla media, cosa non vera in quanto i bambini erano stati selezionati appunto in modo del tutto casuale. Alla fine dell’anno scolastico, ciò che emerse è che i bambini, sottoposti nuovamente al test, avevano davvero aumentato la loro intelligenza, cosa che invece non si era verificata con gli altri bambini, non presentati all’insegnante come ‘superiori’.
Le nostre convinzioni influenzano in modo sensibile anche gli altri, che ne siamo consapevoli o meno. Le convinzioni potenzianti aiutano gli altri a dare il meglio, mentre quelle depotenzianti non fanno che creare ancora più limiti. Quanto crediamo su una persona, anche se non le comunichiamo nulla di quello che pensiamo, ha comunque effetto su quella persona. Sempre.
Non viviamo isolati, ma inseriti in un contesto familiare, sociale e culturale che ci influenza, così come noi, a nostra volta, influenziamo il contesto. Pensiamo all’immenso potere che abbiamo sui nostri figli: le nostre idee, le nostre opinioni, li influenzano prima ancora che raggiungano l’età del discernimento. È fondamentale riconoscere le convinzioni che abbiamo sui nostri cari. E, quando opportuno, cambiarle.
CONOSCI IL TUO COPIONE
Ognuno di noi è regista inconsapevole di un film che proietta incessantemente sullo schermo della propria mente. Ci siamo fatti un film su come siamo, su come sono gli altri, su com’è la vita, ci siamo cioè raccontati una storia alla quale poi abbiamo creduto.
Ciò di cui non siamo consapevoli è che giriamo continuamente film nella nostra mente e che la realtà non ha nulla a che vedere con i nostri film. Quando dimentichiamo di assumerci la responsabilità della regia, la nostra mente inconscia si sostituisce a noi e proietta il film che conosce meglio, quello a cui è abituata. Se è abituata a vivere drammi, continuerà a creare interpretazioni di questo tipo, per questo è così importante toglierle la regia e affidarla alla nostra consapevolezza.
Il film che ci facciamo ‘dentro’ è anche quello che proiettiamo ‘fuori’: la vita che viviamo è un riflesso del nostro mondo interiore. Chiediamoci allora che tipo di film stiamo contemporaneamente girando e guardando.
Quando la mente proietta un film che ci fa soffrire è nostro dovere cambiarlo. Siamo noi i registi, non la nostra mente. La mente va rieducata. Non è suo compito scegliere il film: è compito della nostra consapevolezza. E la consapevolezza va ben oltre la mente.
REINVENTA LA TUA VITA
Come possiamo allora intervenire sul copione? La prima cosa e più importante è la disidentificazione: io non sono il copione, non sono la parte che sto interpretando. Ciò che vedo è solo una versione di me, è solo una delle mie infinite possibilità di espressione. Non sono bello o brutto, bravo o cattivo, capace o incapace, sicuro o insicuro: il ruolo che sto recitando non è la mia vera identità. Sono molto più di questo.
Dobbiamo prendere contatto con la nostra ricchezza interiore, dandole modo di esprimersi. Tutto ciò che stiamo vivendo nella nostra vita – comportamenti, azioni, ma anche pensieri ed emozioni – sono solo alcune delle nostre possibilità. Esprimere altri aspetti della nostra natura ci permette di crescere e di espanderci.
Non siamo ciò con cui ci identifichiamo. La differenza tra chi siamo e chi crediamo di essere è una differenza sostanziale. Se credo di essere stupido o incapace è perché la mia attenzione è stata ‘sequestrata’ da quell’idea. Ma quando un’idea e quindi una convinzione ci monopolizza perdiamo di vista tutte le infinite sfumature che ci appartengono.
Se è vero che viviamo intrappolati nel copione che inconsapevolmente ci siamo scritti, è anche vero che, una volta presa coscienza di questo, abbiamo il dovere e la responsabilità di cambiarlo.
CAMBIA LA TUA STORIA
Passiamo troppo tempo a incolpare persone o situazioni per come ci sentiamo e dedichiamo troppo poco a riprenderci la responsabilità e il potere su di noi. Qualsiasi atteggiamento vittimistico, sia che lo manifestiamo all’esterno, sia che lo teniamo nell’intimo del nostro pensiero, denuncia una sorta di sottile compiacimento nel rimanere in quello stato di malessere, dal quale abbiamo già ora il potere di liberarci. Come? Smettendo di dare credito alla storia che ci siamo raccontati – o che ci hanno raccontato – sul nostro conto.
Tutto ciò che non ci appartiene ci pesa, e i condizionamenti sono delle vere e proprie zavorre che rallentano il nostro passo e soffocano le nostre potenzialità. Per questo è tanto importante liberarsene.
Conosciamo noi stessi attraverso gli occhi del condizionamento, ma non conosciamo la ricchezza che è già ora dentro di noi, o, se l’abbiamo in qualche modo percepita, non sappiamo come raggiungerla.
Scegliendo intenzionalmente quello che vogliamo vivere, possiamo addestrare la nostra mente in quella direzione, finché avrà acquisito nuovi automatismi, cioè finché le diventerà naturale interpretare gli eventi in modo più costruttivo. Solo allora potremo abbassare la guardia.
IL MONDO CHE VEDI È IL RIFLESSO DI CIÒ CHE CREDI
Il mondo esterno è il riflesso di quello interiore, poiché ogni aspetto della vita è filtrato dalla nostra percezione. Coloriamo il mondo con le nostre lenti personali. Se intorno a noi c’è confusione e dolore è perché quella confusione e quel dolore sono prima dentro di noi e, con ogni probabilità, resteranno anche quando le condizioni esterne si modificheranno.
Per quanto ci affanniamo nel cambiare le cose ‘fuori’, è dentro di noi che dobbiamo compiere i primi e più importanti cambiamenti. Eppure spesso ci dimentichiamo di rivolgerci alla persona che più di ogni altra potrebbe cambiare il nostro destino: noi stessi. E ci infuriamo con la sorte, con il comportamento degli altri, oppure ci lamentiamo, invece di metterci a lavorare con serietà e continuità su di noi.
Quando un’emozione ci porta via la nostra centratura e la nostra serenità, quasi sempre è perché un vissuto del passato, una memoria emozionale, si è riattivata, risvegliata da stimoli esterni. La chiave non è nel cambiare gli stimoli, perché questi potranno ripresentarsi, ma nel guarire la memoria, il vissuto emotivo che dirige la nostra percezione nostro malgrado.
Ogni volta che perdiamo lo stato di pace per una causa ‘esterna’ dobbiamo metterci in gioco e trovare il vero motivo che ci impedisce di rimanere in equilibrio, e questo motivo è sempre interiore.
LE CONVINZIONI SCRIVONO LA TUA BIOLOGIA
L’epigenetica ha dimostrato che quando modifichiamo il nostro sistema di convinzioni si modifica anche il nostro DNA e la nostra stessa programmazione genetica.
Il biologo cellulare Bruce Lipton, una delle massime autorità in questo campo, ha spiegato che le nostre convinzioni influenzano direttamente la fisiologia del corpo, sovvertendo anche il vecchio modo di pensare alla salute e alla malattia. Non sono più solo i nostri geni a determinare il nostro benessere fisico, ma anche il nostro pensiero. Ed è su quello che dobbiamo agire, perché il nostro stato di salute riflette la qualità dei nostri pensieri.
L’energia invisibile delle nostre convinzioni è responsabile della nostra forma fisica, non possiamo più ignorarlo: è il modo in cui percepiamo le esperienze e le interpretiamo che influenza i geni e non viceversa. Ogni volta che modifichiamo la nostra risposta agli stimoli ambientali, cambiamo anche la chimica del corpo. Quando cambiamo le nostre convinzioni, infatti, cambiano i messaggi che inviamo alle nostre cellule.
Questa nuova visione che la scienza ci offre ci libera dalla schiavitù dell’ereditarietà, dal dover avere gli stessi problemi dei nostri genitori, o sviluppare le loro stesse malattie, ma nel contempo ci responsabilizza moltissimo, avvertendoci che la chiave del nostro benessere è nelle nostre mani. Perché con la nostra consapevolezza possiamo riscrivere la nostra biologia.