CONVINZIONI SUL LUTTO E SUL DOLORE

LUTTO E DOLORE - Convinzioni e Credenze

A volte, quando una persona cara ci lascia, possiamo fare molta fatica a ritrovare la gioia di vivere. Questo dolore che ci portiamo dentro, tuttavia, è dovuto in parte al dolore per la perdita del congiunto, ma in parte ancora maggiore alle convinzioni limitanti che accompagnano questa esperienza di lutto. Spesso infatti crediamo che avremmo dovuto dire o fare cose diverse, che avremmo dovuto magari convincere la persona cara a fare altre scelte, che avremmo dovuto essere più presenti, o addirittura che avremmo potuto in qualche modo evitare la sua morte, accorgerci prima del suo malessere, e così via. Smettere di credere che avremmo potuto fare o dire qualcosa di diverso è il primo e fondamentale passo per riuscire a riprenderci dal dolore del lutto.

Altre volte è il nostro sentire a crearci problemi. Non è raro provare disagio per i sentimenti che la morte ha suscitato in noi, crediamo di soffrire troppo o troppo poco, o di avere sentimenti sbagliati e indegni, come la rabbia verso la persona deceduta perché ci ha lasciato soli, o il senso di liberazione provato alla sua morte (quest’ultimo sentimento è molto diffuso tra le persone che hanno accompagnato i propri cari attraverso malattie invalidanti). Dobbiamo imparare ad autorizzarci a sentire tutto quello che sentiamo, senza giudicarlo insufficiente, sbagliato o inopportuno. Perché non c’è un modo ‘giusto’ di sentire.

 

CAMBIA LE TUE CONVINZIONI LIMITANTI SUL LUTTO E SUL DOLORE

Ecco le convinzioni limitanti più comuni che abbiamo su questo.

 

Avrei dovuto fare/dire/provare cose diverse

Se ci fosse dato di sapere la data di morte delle persone che ci sono care, la maggior parte di noi agirebbe in modo diverso da come invece fa. Il punto però è questa data è un’incognita, così come lo è quella della nostra morte. Per questo dovremmo imparare a vivere con la morte come nostra migliore alleata. Senza mai rimandare a domani, quello che per noi è importante oggi.

 

La sofferenza che si prova è proporzionale all’amore

Se amo tanto una persona, quando muore devo soffrire tanto. Anzi, se mi riprendo, e magari riesco anche a ricostruirmi una vita felice, questo significa che quella persona non l’ho amata poi così tanto. Questo purtroppo è quello che il nostro inconscio spesso crede. Ma è tutto falso. La sofferenza inconsolabile non è un segnale di affetto, ma piuttosto della paura di voltare pagina.

 

Dovrei provare sentimenti diversi (se mi sento sollevato, se riesco a stare bene, ecc.)

Anche i sentimenti che proviamo dopo la morte di una persona cara vengono processati dalla nostra mente, che li giudica e li condanna. Se, ad esempio, la persona cara muore dopo una lunga malattia e proviamo un senso di sollievo, crediamo che questi sentimenti siano egoisti e poco umani; se abbiamo momenti in cui siamo allegri, mettiamo in discussione dentro di noi la qualità dell’affetto che provavamo per quella persona, e così via. Dobbiamo imparare a non giudicare né le nostre emozioni, né i nostri sentimenti. E permetterci di viverli in modo spontaneo. 

 

Mi sento abbandonato/perso

Spesso oltre all’affetto che proviamo per una persona sviluppiamo una vera e propria dipendenza, e alla sua morte questa nostra dipendenza ci presenta il conto. Se crediamo di non poter vivere senza una determinata persona è perché non siamo riusciti a raggiungere una sana autonomia, ma abbiamo vissuto di luce riflessa. La sua dipartita allora può davvero essere l’occasione per darci un’altra possibilità: quella di costruire la nostra vita.

 

La mia vita è finita

Quando muore una persona, o quando ci lascia, muore anche quello che noi abbiamo rappresentato per lei, e il modo in cui noi eravamo con quella determinata persona. La morte è sempre un grandissimo cambiamento, sia per chi se ne va, sia per chi resta. Quel capitolo della vita è finito, ma dobbiamo voltar pagina e trovare il coraggio e la forza di scriverne un altro. Questo non significa mancare di rispetto alla persona deceduta, ma onorare il tempo che ancora ci rimane prima di ricongiungerci con chi ci aspetta al di là del velo.